Il linfodrenaggio manuale utilizza tecniche molto leggere, simili a carezze, realizzate con spinte tangenziali alla pelle senza scivolamento o frizione per evitare di danneggiare le strutture delicate costituite dai capillari sanguigni e linfatici. É necessario avere una conoscenza anatomica del sistema linfatico e della dislocazione delle varie strutture all'interno del corpo per poter effettuare un massaggio corretto. Un principio base del linfodrenaggio è che non bisogna muoversi dalla periferia verso il centro, perché una spinta dal fondo di una struttura delicata e ostruita può provocare danni alla struttura stessa. Se per esempio ci trovassimo in una stradina di campagna, in una lunga coda automobilistica, non ci sogneremmo mai di risolvere il problema del traffico spingendo energicamente l'ultima autovettura della coda. La soluzione più corretta è recarsi in cima alla coda, invitando i primi ad allontanarsi rapidamente per consentire agli altri automobilisti di riprendere la marcia. Nel linfodrenaggio lo spirito è lo stesso; le manovre hanno lo scopo di far confluire la linfa verso gli sbocchi naturali, muovendosi da questi ultimi verso le parti più periferiche anche se le spinte sono orientate verso il centro. Le manipolazioni si svolgono in tre fasi: appoggio, spinta e rilassamento. Il ritmo è lento e deve permettere ai tessuti i loro movimenti naturali. Per capire meglio si può pensare ad una spugna; una volta pressata, impiega un certo tempo prima di ritornare alle dimensioni originali. Questa alternanza sviluppa un'azione di pompaggio che consente lo scorrimento della linfa nei vasi.
Le quattro manipolazioni fondamentali sono:
* Cerchi fermi: si posano le dita piatte sulla pelle, si spinge in modo circolare, con "cerchi fermi" sullo stesso posto o allargandosi a spirale. Sono indicati nel trattamento del collo, viso e linfonodi, mentre per il corpo e le estremità si eseguono una mano sopra l'altra o con 8 dita vicine.
* Pompaggio: si usano nelle parti curve e lunghe (braccia, gambe, fianchi). La mano abbraccia la parte da trattare tra il pollice e l'indice. Il movimento ricorda effettivamente l'azione del pompaggio nel senso già esposto in precedenza.
* Movimenti erogatori: si applicano esclusivamente su avambracci e gambe. Il palmo della mano è rivolto verso l'alto, le dita sono tese e scivolano nella fase di pressione verso il corpo, cessando di applicare ogni forza, esse si sollevano.
* Movimenti rotatori: sono utilizzati per parti ampie e piane (petto, ventre, schiena). Si compone di diverse fasi. Durante la fase di pressione, il polso si alza e si abbassa: abbassandosi oscilla dall'esterno verso l'interno, tutta la mano posa sulla cute e ruota a spirale. Il pollice ruota in direzione del deflusso linfatico della pelle. Nella fase di non pressione, si solleva il polso, le quattro dita si muovono ancora tese, il pollice inizia una nuova pressione per portare a termine il cerchio iniziato.
Per avere un effetto ottimale il linfodrenaggio manuale deve essere eseguito correttamente. Di seguito sono riportate alcune regole da non trascurare:
1) evitare di parlare durante il trattamento
2) la posizione del paziente deve essere comoda: non troppo molle, ma in nessun caso troppo rigida
3) la temperatura non deve essere troppo elevata, ma neppure troppo bassa. La temperatura ideale per il trattamento si aggira intorno ai 33°C
4) il paziente non deve essere accecato da troppa illuminazione o da apparecchi radianti.
5) le zone da massaggiare non devono risultare al tatto troppo scivolose, nè troppo ruvide.